I Turni al Ristorante: Organizzazione o Ansia da Cronometro?

turni

Una volta andare al ristorante significava rilassarsi, godersi la serata, chiacchierare senza guardare l’orologio. Oggi, invece, è sempre più comune sentirsi dire al momento della prenotazione: “Avrete il tavolo fino alle 21:30, poi c’è il secondo turno.”
Una frase che, per molti clienti, trasforma una cena in una corsa contro il tempo.

Ma questa nuova abitudine – i turni al ristorante – è davvero giusta? O rischia di snaturare l’esperienza gastronomica?

Perché i Turni Esistono

Dalla pandemia in poi, molti ristoratori hanno dovuto reinventarsi. Le chiusure, la riduzione dei coperti, l’aumento dei costi e la necessità di garantire un flusso costante di clientela hanno portato a una riorganizzazione rigida degli spazi e dei tempi.

Avere due o più turni a sera permette al ristorante di:

  • Massimizzare gli incassi;
  • Ottimizzare il lavoro in cucina e in sala;
  • Ridurre il numero di prenotazioni mancate o clienti in attesa.

Per i locali più richiesti, i turni sono spesso l’unico modo per accontentare tutti.

Il Lato del Cliente: Cena a Scadenza

Però non tutti vivono bene questa impostazione. Sapere in anticipo di dover liberare il tavolo entro un’ora e mezza o due, può generare:

  • Ansia e fretta nel mangiare;
  • Imbarazzo se si vuole ordinare un dolce o un caffè in più;
  • La sensazione che l’ospitalità sia diventata una questione di logistica.

E non va trascurato un aspetto culturale: in Italia, il ristorante è da sempre visto come un luogo in cui ci si prende il proprio tempo, si parla, si rallenta.

È Giusto o No?

Dipende da come viene gestito.

🔹 È giusto, se i turni sono chiaramente comunicati al momento della prenotazione, con cortesia e trasparenza. Il cliente deve sapere a cosa va incontro e decidere se accettare.
🔹 È scorretto, invece, quando si viene invitati ad alzarsi in modo brusco, o quando la durata del turno è troppo breve per gustare appieno una cena completa.

Inoltre, non tutti i tipi di locali si prestano ai turni. In una pizzeria o in un bistrot può funzionare. In un ristorante gourmet o in un locale romantico, l’orologio sul tavolo rovina l’atmosfera.

Verso un Compromesso Possibile

Forse la chiave è trovare un equilibrio: i turni possono coesistere con il piacere della tavola, se gestiti con flessibilità. Alcuni ristoranti, ad esempio:

  • Offrono diversi menù in base al tempo disponibile;
  • Riservano una parte dei tavoli senza turni, magari a prezzo maggiorato;
  • Informano i clienti con educazione, evitando pressioni o scadenze forzate.

In Conclusione

I turni al ristorante non sono né “giusti” né “sbagliati” in assoluto. Sono una risposta – forse inevitabile – a nuove esigenze economiche e organizzative.
Ma la cena resta un momento speciale, e merita rispetto, sia per chi lavora che per chi si siede.

La vera sfida? Far convivere efficienza e accoglienza, orari e umanità.

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